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102 de antiquissima


Ma quel che sopra ogn’altra cosa più importa, serve alla teologia cristiana, nella quale professiamo un Dio tutto scevero da corpo, nel quale tutte le virtù delle particolari cose si contengono, e in lui sono purissimo atto; perchè egli solo è atto infinito, ed in ogni cosa finita, quantunque menoma, mostra la sua onnipotenza; onde è tutto in tutto, e tutto in quanto si voglia menoma parte del tutto.

Questo è il ristretto, o, per meglio dire, lo spirito della nostra Metafisica, tutto brievemente compreso, senza far bisogno ch’il ristretto uguagli la mole dei libro; dal quale ogni dotto può agevolmente fare adeguato concetto, come tutte le cose cospirino in un sistema di metafisica già compiuta: e non con un mozzo e confuso ragguaglio porre altri, che non han letto il mio libricciuolo, in opinione che la sia più tosto un’Idea. Oltrechè dovean ritenervi a fare cotal giudizio le innumerabili speculazioni di che, voi medesimo dite, ogni linea, non che pagina essere affollata: e che dove io ho speso tanti pensieri, io non abbia avuto in animo di darne un disegno che, quantunque vasto, si può con poche linee abbozzare, ma che io abbia in effetto voluto dare un’opera già compita. E mi perdoni pure che, senza ch’io il meriti, Ella mi tratti da uomo che con titoli magnifici voglia destare la curiosità ne’ dotti, e poi fraudare la loro aspettazione. Ma, che che siane stata di ciò la cagione, io devo e voglio, particolarmente con voi, pregiatissimo Signor mio, prenderla in buona parte; e che a voi per la picciolezza dei libricciuolo sia paruta un’Idea. Ma era pur vostro il considerare che gli scrittori utili alla repubblica delle lettere si riducono a due sorti. Una è di coloro che vogliono giovare alla gioventù; ed a costoro è necessario esplicar le cose da’ primi termini, esporre spianatamente le altrui opinioni, e rapportarne tutte le ragioni appuntino, o per fondarsi in quelle o per confutarle; indi addurre alcuna cosa del loro in mezzo, e farne vedere tutte le conseguenze, e raccorne sino agli ultimi corollarj. E questi sono i voluminosi; e in rapportarli è lecito, anzi debito trasandare moltissime cose, cioè dire tutto l’altrui. Altri sono che non vogliono gravare l’ordine de’ dotti di più fatica, nè obbligarli che, per leggere alcune poche lor cose, abbiano a rileggere le moltissime che hanno già lette in altrui: e costoro mandan fuori alcuni piccioli libricciuoli, ma tutti pieni di cose proprie. Io sonmi studiato essere in questa seconda schiera; se l’abbia conseguito, il giudizio è de’ dotti. Se non pure, perchè il soggetto della nostra metafisica sono i Punti metafisici, e voi avrete stimato poco o nulla appartenervi; onde nel ragguaglio ve la passate seccamente, dicendo: ragiona de’ Punti metafisici, nè altra parola ne fate; perciò a voi forse avrà paruto un’Idea. Ma, in questa maniera che io fo, parlano gli uomini, non le cose; del che ormai punto non mi diletto: onde volentieri passo al terzo vostro dubbio.