Pagina:Ioannes Baptista a Vico - Opera latina tomus I - Mediolani, 1835.djvu/123


italorum sapientia 93

fossero immobili, se non in quanto dalla presenza degli esterni oggetti determinate venissero al moto.

Segue il VI Capitolo, dove disaminando il vocabolo Mens (pag. 78), e scorgendo quello sovente appresso i Latini significare ciò che noi diciam pensiero; e dipoi osservando quelle locuzioni latine con cui dicevano, Mentem hominibus dari, indi, immiti; va conghietturaudo essere stato insegnamento de’ primi maestri dell’italiana sapienza, che Iddio nelle nostre menti sia il primo autore e principio, non solo di qualsisia nostra idea e pensiero, ma ancora di tutti gli atti della nostra volontà; il che tuttavia poscia dimostra, come accordar si possa colla bontà infinita di Dio e colla libertà del nostro arbitrio.

Il VII Capitolo tutto spendesi in esaminare con sì fatti principj le facoltà della nostr’anima (pag. 80), quali, e che cosa elle sieno, e che maniera tengano nel loro operare. Considera poi le tre famose operazioni della nostra mente, Percezione, Giudizio, Ragionamento, le quali son l’oggetto della Loica, cui egli divide in Topica, Critica e Metodo; di modo che la Topica sia la facoltà, ovvero l’arte dell’apprendere la Critica del giudicare e ’l Metodo del ragionare; pone in disamina il metodo geometrico, e in alcune scienze e arti niente utile lo stima, in alcun’altre anzi dannoso che no. Antepone alla fine il metodo della Sintesi a quello dell’Analisi, essendo per arrivare al vero più sicura la via del comporre che quella dei risolvere, conciossiachè facendo, viensi a conseguire la verità.

Finalmente nell’ultimo Capitolo mettesi a considerare i significati di que’ vocaboli, Numen, Fatum, Casus, Fortuna; indi va conghietturando (pag. 87) quali fossero i sentimenti de’ filosofi antichi dell'Italia in riguardo della Divinità; e dell’ordine ed esecuzione de’ suoi eterni decreti e consigli. Al qual Capitolo (pag. 89) l’Autore aggiunge la Conclusione di tutta l’Opera, che altro non è che una brevissima ricapitolazione delle cose dette di sopra con molto meno di brevità.

Onde non è maraviglia che noi una grandissima parte delle cose in questo libro sottilissimamente trattate, senza nè pur accennarle trasandate abbiamo; imperciocchè il suo dotto Autore pone affoltate, non che in ogni pagina, quasichè in ogni linea speculazioni innumerabili con tal brevità, che ’l volerle toccar tutte, comechè leggermente, e’ sarebbe il fare un’estratto eguale nella mole a tutto ’l libro. E ciò eziandio ci fa credere che nel compilar questo libricciuolo abbia avuto l’Autore in pensiero il darci anzi un’idea e un saggio della sua metafisica, che la sua metafisica stessa; scorgendovisi specialmente cose moltissime semplicemente proposte, che sembrano aver bisogno di pruova; il che sperasi una volta di aver noi a vedere quando e’ diaci l’ Opera compiuta alle stampe. Ma sopra ’l tutto desidereremmo di vedere provato ciò che a tutta l’Opera è principal fondamento ed anzi singolare: donde esso raccolga che nella latina favella significhino una stessa cosa factum e verum, caussa e negocium, ec.