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altre poesie 93

Per S. E. Girolamo Zustinuan podestà

quando assistè all’incendio della casa del signor Cortenovis, 1784.


Nelle buje di notte ore tranquille,
Vulcan trovato pascolo, fremente
Alta mole struggeva; e di faville
Temean più tetti il vortice rovente.
E tu, Signor, più che da rauche squille
Destato dall’amore, eri presente.
Dimentico per te, sol per noi mille
Cure affannose ti struggean la mente.
Ah, gridavi fra noi misto e confuso,
Sol conosciuto al tuo paterno affetto:
Ogni arte ora, ogni man si ponga in uso.
Gran Pretor, se men pronto alcun ti parve,
Fu lo stupor del novo esempio eletto:
Fu tua virtù che sì lucente apparve.


detto in occasione che s. a. r. l’arciduca fedinando

udì la lezione, li 4 marzo 1788.


Immortal ramo dell’augusta pianta,
Che tanti regni di sue frondi onora;
Dove aver nido l’aquila si vanta;
Nume d’Insubria, che fedel t’adora;
Mentre la destra del fratel, che tanta
Move percossa sui confin d’aurora,
La curva Luna d’atre nubi ammanta,
E Bisanzio real turba e scolora;
Tu pur cinto di raggi, amabil nume.
Ai gravi studi, e all’arti anima infondi,
Colla presenza del tuo caldo lume.
Vedi il ciel1 che s’allegra; e i dì giocondi
Per te dispensa; e pronta, oltre il costume,
Sveglia omai primavera e fiori e frondi.

  1. Si fe’ sereno il cielo nel giorno appunto che il R. Arciduca arrivò in Pavia, essendo dirottamente in addietro piovuto.