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90 altre poesie

E sotto l’ombra della curva Luna
Eclissò tanta gloria al mondo chiara;
In un drappello ogni virtù più rara,
Lungi fuggendo dall’antica cuna,
Si rivolse alla Veneta laguna,
Saldo di libertà rifugio, ed ara.
Dunque, o guerrier Leon, e che perdesti?
Grande ne’ tuoi gran figli ancora sei;
Gloria maggior di quella ah! non avesti.
Mira l’inclita stirpe Contarina,
Come splende immortale! obblia per lei,
Obblia di morte la fatai rapina.


In lode di podestà.

(1771.)


Quella virtù che l’uomo all’uomo arrende,
E dall’uffizio umanità s’appella;
E in chi per dignità sovr’altri ascende,
Nel discendere suo sembra più bella:
Quanto fra l’altre in te chiara risplende,
Giacomo, agli atti, e in tua dolce favella!
Quanto, unito a rispetto, amore accende,
Mentre tua stessa maestade abbella!
Essa eterno scolpì nel nostro petto
Di quanti in bronzo ed or, si vider mai
Simulacro di te ben più perfetto.
Con tue vive maniere in quel tu stai,
Con cui, benchè lontan, del nostro affetto.
Dolce come sinor preda farai.


per ingresso

di procuratore di San Marco.


Mentre in Andrea del mar l’alta reina
Oggi col premio la virtù misura:
Dalla somma del ciel parte più pura,
Marco lo sguardo approvatore inchina.
Tale, dice, alle mie sempre destina.
Ch’io la guardia sarò delle tue mura,
E presteremci entrambi alterna cura;
Tu quella de’ tuoi figli, io la divina.
Vivi, città diletta: e all’onor mio
Prepara, ed al divin, novi sostegni:
Questo è il tuo primo onor, questo de’ figli.
Vivi e conserva il tuo pregio natio:
Onde dal plauso, che assecura i regni,
Sian lodati nel cielo i tuoi consigli.