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GOVERNATORI.

(per sua eccellenza.)


Il veneto rappresentante.


O real fiume, che all’adriaca sponda,
E a quel mar torni onde principio avesti;
Poichè noi d’ogni ben ricchi facesti
Colla tua pura salutifer’onda;
Ascolta di che plauso a te risponda,
La Terra dove il tuo corso volgesti;
Qual l’uno e l’altro fiume onor ti presti.
Che dell’Orobia il suol bagna e circonda.
Altri t’ammira per l’augusta fonte;
Altri per l’acque dolci, e per l’immago
D’alma eguaglianza che ti splende in fronte:
Noi, perchè quasi Nil salvi il terreno,
E perchè lasci, qual novello Tago,
L’arene d’oro alle provincie in seno.


Per alto rappresentante.


Seguir per balze il gregge e per dirupi,
Pascerlo sempre di salubri erbette;
Cacciar le serpi ne’ lor antri cupi,
Perchè il velen non lo corrompa e infette;
In guardia star degli insidiosi lupi,
Cui la fame crudel in giro mette;
Scorrer ampie foreste, ascender rupi;
Poi sul dorso portar care agnellette.
Questa è, Ottolin, tua soma; al di cui pondo
Tu vedresti incurvar gli omeri Atlante:
Atlante che sostien l’etereo mondo.
Ma te, non mai di pensier saggi scarco,
Veggio correr la via quasi gigante;
Nè ti ritarda il passo il grave incarco.


Per partenza di podestà Cornaro.


Ah perchè mal si presto, invida stella,
Giri il tuo corso e il tuo dono ripigli?
Perchè il Cornaro di lasciar consigli
Bergamo, un dì per lui si lieta e bella?
Se del mio lagrimare in Ciel novella
Giunge, ah sospendi, e che si fermi digli: