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LAMENTAZIONE DI GEREMIA.


Tutta la sua bellezza
Da la figlia di Sion partissi omai.
Misera quale fin l’aspetta mai!
La videro i nemici,
E i sabbati di lei presero a scherno.
La sprezzano gli amici,
E pensieri vestir d’aspri rivali.
Un conforto non trova in tanti mali.
L’istesso Dio le ha volto contro l’arco;
L’ira sua quasi foco in lei spargendo.
Fatto un de’ suoi nemici, e ’l più tremendo.

Gerusalemme, oh Dio!
Amaro pianto mio.
Dall’astro vespertino
Al mattutino albor.
Ti veggo al suol giacente:
La gente tua dispersa;
Che non ti sei conversa
Al sommo tuo Signor!