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LA RELIGIONE.
Benchè del sangue di miei figli tinta
Porti la veste e il petto,
Non sia chi madre misera mi chiami.
Lo vieta chi di tal veste m’ha cinta.
5Nel dì delle mie nozze, il mio Diletto,
Per farmi a lui simile,
Che il manto ha porporino,
Rubicondo del suo sangue divino.
Chi misera m’appella,
10Mio bene ignora, e ’l ben de’ figli miei.
Vivono i figli miei vita verace,
Benchè morire agli occhi
Parvero degli stolti, e sono in pace.
E dopo d’aver dato
15A me che son di lor madre e regina,
L’ultima prova di costanza e fede,
M’hanno lasciata di tal fregio erede.
Regnanti, mirate
La porpora mia;
20Qual regno mi dia
Dell’uomo sul cor.
Soggetta mi rende
La porpora vostra;
Più forte mi mostra
25Del vostro furor.