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SOPRA LA LUCE.


CANZONE I.


O chiaro Sole, o lampa
Gloriosa del giorno imperadrice,
Volgo i miei carmi a te. Tu fosti un tempo
Sotto il nome di Febo
5L’auspice de’ Poeti: e fur credute
Venir da te, nell’alma de’ mortali,
Le vivide scintille,
Ad agitar questa dell’esser nostro
Parte divina: e a lei schiudendo il fato.
10Illuminarle il guardo
Sul folto orror de l’avvenir più tardo.
Or, se nulla tu puoi
Sopra il miglior di noi.
Col globo tuo concreto
15Il fosco velo al vecchio error si tolse.
Tu però col vital tuo piro influsso,
Onde gli occhi mortali allegri e bèi.
Tanto allo sparto sei
Somigliante e vicino,
20Quanto in distinta imago
Quel rappresenta in noi l’esser divino,
Penetrabil tu passi,
Colle saette de’ bei raggi aurati,
Il rigido cristallo,
25Che per mille diversi angoli e lati,
A la pioggia del lume,
Che vien da te, dà libero passaggio.
La luce figlia tua corre e divora
L’immense strade de’ cerulei campi,
30Con si spedita lena,
Che l’umano pensier la siegue appena.
Qual materia trovar di tua sostanza
Incorruttibil più? quale più scevra
Del sordido contagio
35D’ogni essere men puro? Or dunque a dritto
In te pose sua sede
La purezza immortal, di chi ti fece,
Là, nei giri superni.
Sorgere a un cenno sol degli occhi eterni.