90Tartarea, i vari uffizi s’intendono fissi
A ciascun di loro. O egregi, per forza, per arte,
Disse Satan, chi fia? chi di voi che torpido resti
Nel fabbricar l’arme, di velen nel tingere i ferri.
Che divorar devono di chi serve a Cristo le carni? 95Nè v’è posa; in vari squadron si dipartono: tosto
Altri disegna l’opra e de li orridi molti strumenti
Dei feri martirii fra i piccoli molti modelli,
A poste incudini altri suda sul saldo metallo.
Cento in un istante s’alzan fortissime braccia. 100Gran maglii ne l’adunche mani. Poi queste cadendo,
S’alzano cent’altre in concerto: rivolgesi sotto
Intanto il ferro, stretto in mordente tenaglia.
Ma chi ebbe in sorte la cura dei mantici vanne,
E per ogni fianco del concavo monte ricerca, 105Onde poter, smosse le rupi, dischiudere a’ soffi
Dei turbin sotterranei larghissima porta.
Inverso a Peloro. Flegias tantosto si volge:
Gran Demone, ch’ha di bronzo l’ugne, che ha le corna di bronzo.
E poichè senti il vento, che la vasta Cariddi 110Formato nel rapido suo vortice, manda ne l’Etna,
Per le sepolte vie, per fargli ingresso più largo,
Fra rupe ficca e rupe le diritte altissime corna,
E così fatta leva, ne stacca orrendo macigno.
In guisa consimile allo scoppio rimbombante 115Dell’accosta mina si svelle, con alto lamento.
Dal suo greppo natio la pesante colonna di marmo:
Il minator cauto n’ode lunge il vasto fracasso.
Il vento da l’aperta via rapidissimo sorge,
E ingrossa orribile ne la fiammeggiante caverna. 120Allor s’addoppia l’incendio; e lungi beendo
Sorsi de l’aura nova, Vulcan furibondo s’innalza,
Gli astri minacciando di fumo e di cocente favilla.
Nulla però senton di pena pel caldo novello
I Fiegetontei artefici, cui sembra susurro 125D’aura leve ogni foco, per quel che addentro li cruccia.
Già cola a ruscelli, anzi a rivi nel torrido forno,
Il bronzo e ’l ferro feritor: già in concave forme
L’accolgon; per lunghe rive derivando, le lunghe
Forman acute spade coll’aste le falci ricurve. 130Intesson questi graticella di ferree verghe,
Destinata a stridere sotto delle membra roventi.
Al bollente olio caldaje qui fondono, e questi
Intreccian catene, e annodano co’ graffi le ferze.
Ciascuno si ingegna provveder de’ Tiranni la rabbia, 135Quanto al meglio puote. Si suda per molte provincie.
C’hanno di sangue sacro ben presto a correre tutte.
Ma più assai per te Roma, barbara. Molto qui porge