Ti basti di saper, che infra le varie
Congiunzïon di linee infinite,
Quest’è la più perfetta e la più bella;
E però indegna men di pinger Dio. 130Ardirò ancora d’inoltrar lo sguardo,
Nella, non certo conosciuta un tempo
Al saggio Egizio, Trinità individua?
Chi mi regge lo stil, chi mi conforta,
Se non tu, bella Urania, a la cui lira 135E i celesti archi e le celesti cose
È concesso cantar sì dolcemente?
Or di quel gran mistero ecco liev’ombra.
In una Sfera che dal cerchio nasce,
Ed è del cerchio l’ultimo prodotto, 140Il più perfetto, non potrassi mai
Più di tre cerchi massimi trovare,
I di cui piani fra lor tutti stieno
Posti ad angoli retti. E se sol due
Tu ne formassi, non saria perfetta 145La trina dimension che la circonda.
Nè più di tre, nè meno esser pur ponno
Le ipostasi divine. Or da quel cerchio,
Che della Sfera può dirsi Orizzonte,
S’egli si leva intorno al suo diametro. 150Ch’ha per estremi i Poli; all’angol retto
Il cerchio formerà del Mezzogiorno,
Che ha con quello diametro comune,
Terminante ne’ Poli. Ecco qual nasce
Dal Padre il Figlio, in unita d’essenza. 155Or prendasi di nuovo il diametro,
Che nel Meridïano ha per estremi
Il zenit e il nadir; e ad Orïente
Verso una parte, e ad Occidente all’altra
Si pieghi ad angol retto: ecco formato 160L’Equator, terzo circolo ed estremo;
Che pur si forma in adequato modo,
Se l’Orizzonte sorga sul diametro,
Che ha per estremi suoi zefiro ed euro.
Questo è quello che lega entrambi i cerchi, 165Per un altro diametro formato
Da entrambi i cerchi: come pur ne viene
Per volontà, non già per intelletto,
Il Santo Spirto, che congiunge e lega
In unità d’amor col Figlio il Padre. 170Or se questi pur circoli si girino
Intorno ad un diametro, la Sfera
Descrivono perfetta: uno non meno,
Che gli altri due; che tutti e tre raccolti.
Così il Padre al Figliuolo, al Figlio il Padre.