400Vedremo allor volume aureo cresciuto,
Ceder loco maggior Stampa e Colonna. Or de gli estinti ne le mute case,1
Non ti parrà quasi calar giù viva,
Su l’esempio di lui, da la cui cetra 405Tanta in te d’armonia parte discese?
Scarnata ed ossea su l’entrar s’avventa
Del can la forma:2 ah non è questo il crudo
Cerber trifauce, cui placar tu deggia
Con medicata cialda: invano mostra 410Gli acuti denti: ei dorme un sonno eterno
Ossee dintorno a lui, con cento aspetti,
Stanno silvestri e mansuete fere:
Sta senza chioma il fier leon, su l’orma
Immoto è il daino; è senza polpe il bieco 415Cinghiai feroce: senza vene il lupo,
Senza ululato, e non lo punge fame
De le bianche ossa de l’agnel vicino. Piaccia ora a te quest’anglico cristallo
A’ leggiadri occhi sottoporre; ed ecco 420Di verme vil giganteggiar le membra.
Come in antico bosco d’alte querce3
Denso e di pini, le cognate piante
I rami intreccian, la confusa massa
Irta di ramuscei fende le nubi: 425Così, ma con più bello ordin tu vedi
Quale, pel lungo de l’aperto dorso,
Va di tremila muscoli la selva.
Riconosci il gentil candido baco,
Cura de’ ricchi Sericani: forse 430Di tua mano talor tu lo pascesti
De le di Tisbe e d’infelici amori
Memori foglie: oggi ti mostra quanti
Nervi affatichi, allor che a te sottili
E del seno e del crin prepara i veli. 435Ve’ la cornuta chiocciola ritorta,
Cui di gemine nozze Amor fa dono:4
Mira sotto qual parte ove si senta
Troncar dal ferro inaspettato il capo,
Ritiri i nodi de la cara vita:5 440Perchè, qualor l’inargentate corna
Ripigli in ciel la Luna, anch’ella possa