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12 invito a lesbia cidonia

Distinto il tergo; e te miracol nuovo
D’informe rostro e di pennuta lingua?1
Tu col gran tratto d’ala il mar traversi;
150Tu pur esile colibrì, vestito
D’instabili color, de l’etra a i campi,
Con brevissima penna osi fidarti.2
Ora gli sguardi a sè, col fulgid’ostro
Chiaman de’ l’ali, e con le macchie d’oro.
155Le occhiute leggerissime farfalle
Onor d’erbose rive; a i caldi Soli
Uscir dal carcer trasformate; e breve
Ebbero il dono de la terza vita.3
Questa suggeva il timo, e questa il croco,
160Non altramente che da l’auree carte
De’ tesori dircei tu cogli il fiore.
Questa col capo folgorante, l’ombre4
Ruppe a l’ignudo american, che in traccia
Notturno va dell’appiattata fera.5
165E voi non tacerò, voi di dolci acque
Celeri figli, e di salati stagni:
Te, delfin vispo, cui del vicin nembo
Fama non dubbio accorgimento diede;
E pietà quasi umana e senso al canto:
170Te, che di lunga spada armato il muso,
Guizzi qual dardo, e le balene assalti:
Te, che al sol tocco di tue membra inermi,6
Di subita mirabile percossa
L’avido pescator stendi sul lido.
175Ardirò ancor, tinta d’orrore esporre
A i cupidi occhi tuoi diversa scena,
Lesbia gentil; turpi sembianze e crude,
Che disdegnò nel partorir la terra.
Nè strane fiano a te, nè men gioconde;
180A te, che già tratta per man dal novo
Plinio tuo dolce amico, a Senna in riva,
Per li negati al volgo aditi entrasti.7

  1. Ramphastos Aracari detto toucan.
  2. Trochilus, colibri e minimus detto uccello mosca.
  3. Le farfalle state prima bachi, e poi crisalidi, finalmente escon dal bozzolo coll’ali sotto la loro ultima e breve figura di farfalle.
  4. Fulgora lanternaria da alcuni detta Acudia.
  5. Il Delfino e il Narval, considerati altre volte come pesci, sono però veri quadrupedi e mammali.
  6. Raja torpedo e gymnotus electricus: anguilla tremante di Surinam.
  7. Lesbia fu già in Parigi. Come vi fosse accolta, e pregiata dal Buffon e da altri sommi letterati, ne fanno testimonianza molti scritti, e tra questi il recentissimo. Vita del bali Sagramoso, al libro secondo.