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106 altre poesie

Crini di mulo e penne, ossa di becchi,
Cenere, e sabbia, e sterco di ranocchi.
Vetri, corna, carbon, denti d’allocchi,
Pelle, peli, peluria, e fichi secchi:
Queste son tutte orrende stregherie,
Con cui le maliarde, nella cuna,
Storpiano i parti delle donne pie.
Furon trovate al lume della luna,
Negli orti, nelle stalle e nelle vie;
E poich’ebbe il buon uom tanta fortuna,
Non ne perde pur una;
E vuol riporle in vasi di majolica
Per illustrar la storia dïabolica.


Essendo stato stampato BRIXIENSIS invece di BERGOMAS sull’Orario 1778, per l’Università di Pavia, non so per sbaglio di chi, ed essendo io stato accusato di vergognarmi della patria.


Son Borgamasco, e non me ne vergogno;
E chi Bresciano m’ha chiamato ha torto:
E in pubblico il dirò, se c’è bisogno,
Se c’è qualcun che non se n’era accorto.
Cangiar patria con Londra io non agogno;
Più d’un million fa Bergamo a dir corto:
Bergamo cara, di te parlo e sogno;
Te nel cor sempre, e sulla fronte porto.
Bergamaschi ci son pel mondo intero;
E più degli altri è un Bergamasco nato,
Chi ride e chi sostien che non è vero.
Un antico geografo diceva,
Che da due bergamaschi ognuno è nato:
Credo volesse dir d’Adamo, e d’Eva.


Risposta del conte Girolamo Fogaccia.


Son Bergamasco io pur; e mi vergogno
Che tu derida nostra patria a torto.
Se di farti schernir hai tu bisogno.
Io di seguirti non son tanto accorto.
Ad un nome immortal io non agogno:
Troppo il mio ingegno e l’intelletto è corto;
Ma per la patria (non è ciancia o sogno)
Di morir anco in cor impresso porto.
Mascheroni ci son pel mondo intero,
E in varie foggie ognun di loro è nato;
Ma sempre informe è il lor aspetto vero.