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Il viso di Maria si fece scarlatto.

— Ebbene, sì... lo conosco, lo conosco, l’amo... egli deve essere mio marito.

Annetta a quella confessione della fanciulla, rimase dapprima come fulminata, poi la sua collera scoppiò con violenza.

— Ah! sciagurata, me l’hai sempre nascosto.

— Perdono, mamma, perdono, se tu sapessi quanto ho sofferto per ciò — rispose Maria con un accento che avrebbe commossa una pietra — sì, sono colpevole, ... so che ho fatto male, ma l’amore è stato più forte di tutte le ragioni.

La popolana era vivamente impressionata, tuttavia manteneva un sembiante severo.

— Insomma chi è il tuo amante?

— Lo stesso giovane che l’ultima notte di carnevale si è qui ricoverato in costume da maschera...

— Ah! l’avrei indovinato — strillò Annetta con un’esplosione di collera. — Eppure ti avevo avvertita...

Gabriele l’interruppe: era orribilmente convulso.

— Un giovine in abito da maschera? Ah! non vi è più dubbio... è lui, proprio lui...

Maria alzò con energia la testa.

— Chi?

— Il marchese Diego Tiani, che si è approfittato del mio nome, non solo per tradirvi, povera fanciulla, ma per ingannarne un’altra, che io amavo.

Il viso di Maria si era coperto di un livido pallore, le sue manine stringevano le tempia.