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CAPITOLO QUINTO.

Tradimento.



AAdriana si era levata ed avvolta ancora nell’accappatoio da notte, coi capelli disciolti, scarmigliati, passò nel suo spogliatoio e sedette dinanzi all’alto specchio, attendendo la cameriera che venisse a pettinarla.

La fanciulla era pallidissima e appena seduta rimase immobile, pensosa, con le candide mani abbandonate sulle ginocchia, come dimentica di quanto la circondava, assorta in un sogno di amore e di tristezza. Due figure si staccavano luminose dal fondo della sua meditazione: quella di Gabriele e quella del padre. Il primo le richiamava sulle labbra un angelico sorriso di speranza; l’altro le empiva gli occhi di lacrime amare.

Dall’ultimo colloquio che ella aveva avuto col conte, questi non le aveva più rivolta un’amabile