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CAPITOLO TERZO.

Il segreto di un milionario.



EErano le cinque di sera. In un salottino appartato, caldo, elegantissimo di uno dei più sontuosi palazzi di Milano, sdraiato su di una poltrona, stava un uomo di una sessantina d’anni, dal sembiante triste e corrucciato.

Indossava una veste da camera di grosso drappo scarlatto, guernita di passamani d’oro: la testa portava nuda, perchè i capelli erano ancora foltissimi, tagliati a spazzola, grigiastri sulle tempia, le cui vene prominenti si gonfiavano alla minima emozione. Il viso di una bianchezza cerea spiccava ancora più sotto la lunghissima barba di un nero d’ebano; i suoi occhi bigi avevano uno sguardo duro, imperioso; il sorriso ironico delle sfingi increspava le sue labbra sottili.

Quell’uomo era il conte Ercole Patta, da pochi