Pagina:Intorno alla vita ed alle opere del Commendatore Luigi Pichler, incisore di gemme, commentario storico dei C.G. Barluzzi (IA intornoallavitae00barl).pdf/22


16

circondavano il letto, lagrimato da quanti il conobbero.

La sua mortale salma per clemenza sovrana venne deposta nella parrocchiale chiesa di s. Andrea delle Fratte, ove dai figli si erigerà un modesto monumento ben degno di essere a lato di una Kauffmann, di un Pessuti, di un Amati e di un Zoega uomini tutti di fama più che europea.

Fu il Pichler alto e svelto della persona; di occhi azzurri vivamente animati; spaziosa la fronte, regolare il naso; il volte macchiato dal vajolo. D’indole allegra e conversevole, nemico dell’orgoglio e degli intrighi; giusto estimatore de’ tempi, e delle cose, temperato sempre ove non fosse tocco nell’onore, che sopra ogni altra cosa aveva caro; generoso, facile all’amicizia, e nel beneficare larghissimo; aperto nella favella; di amena conversazione; modesto nel sentire di se; imparziale verso gli altri; religioso e devoto ai legittimi principi. Godè il favore de’ grandi, in particolare del conte Tatistcheff senatore dell’impero russo, oltre i già nominati, e de’ Cardinali Altieri, e Viale Prelà; la stima di tutti i dotti e letterati contemporanei, fra quali il Monti, il Missirini; nè meno lo ebber caro il Canova già ricordato, il Thorwaldsen, il Girometti, il Cerbara, ed altri valenti artisti romani ed esteri. La Pontificia Accademia di S. Luca lo nominò socio di merito, siccome fecero quelle di Milano, di Venezia, di Firenze.

Il carattere delle opere del nostro Luigi non è dissimile da quello del fratello Giovanni. Ammiri in esse congiunti a grande espressione e verità un disegno sì