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non lontana. Disponeva per lo stesso modo di tutte sue cose, e assai innamorato delle magnificenze del Vaticano sembrava di non poter esser pago se non lasciasse a quella biblioteca una sua memoria. Indirizzava pertanto a mezzo del Cardinal Antonelli umile preghiera al regnante sommo Pontefice Pio IX, perchè si piacesse permettere che vi venisse collocata un’incisione da esso fatta. Degnò il Pontefice secondare la inchiesta del buon vecchio, e dal medesimo Cardinale suo Ministro di Stato facea rendergli benevole parole, ordinando ad un tempo che la gemma fosse collocata fra le altre nella Vaticana, adorna di analoga cornice in oro, e contradistinta del nome di Pichler1. Nè qui fermossi la magnanimità del Pontefice, che volle pur anco l’artista decorato della Croce di Commendatore dell’Ordine di S. Silvestro.

Passava così i giorni tranquilli in una quiete onorata, e lieto del viver suo; ma ciò fu di breve durata, imperocchè piacque al Signore di chiamarlo al riposo de’ giusti il mattino del 13 marzo, ora decorso, assalito da una paralisi, che degenerò tosto in apoplesia. Se riusciron vani i soccorsi dell’arte, se rapidamente perdè l’uso de’ sensi, non gli mancarono que’ conforti di religione che poté in breve spazio di tempo ricevere, e spirando l’anima fra le benedizioni del sacerdote, egli é a credere che varcasse nel porto di salute. Morì in mezzo al pianto de’ congiunti che ne

  1. Gemma in sardonica rappresentante la testa di Achille.