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sommi ingegni. Ed a gloria del Pontefice Gregorio XVI di illustre memoria non taceremo, che fautore anch’esso e conoscitore delle arti belle ne premiò in Pichler il merito decorandolo nel 1839 delle insegne di cavaliere dell’Ordine di S. Gregorio Magno, e più tardi, cioè nel 1842, di quelle dell’Ordine di S. Silvestro.

Sebbene fosse il Pichler giunto a tarda età, andasse immune da quegl’incomodi che sogliono accompagnare la vecchiezza, e si vedesse in Vienna ogni giorno più onorato, nondimeno ardeva sempre in lui viso il desiderio di ristabilirsi in patria, ed ivi fra suoi chiudere gli occhi ove li aveva aperti la prima volta alla luce. Impetratone non senza molta difficoltà il permesso, tanto dolea di perderlo, e concessagli a solenne manifestazione di stima dalla corte imperiale la segnalata grazia di una onorevole pensione riabbracciò nella state dell’anno 1850 i suoi congiunti ed amici con una gioja e trasporto che invano si tenterebbe descrivere. Soddisfatto agli offici che una lunga assenza gli rendevano cari, si prescrisse un ordinalo metodo di vita, cui rigorosamente conformossi. Attendeva assai di frequente alle orazioni ed all’esercizio di ogni pratica religiosa, quasi presago di una fine

    La seconda è del Gran Duca di Toscana Leopoldo II con l’esergo

    AL PROFESSORE
    LUIGI PICHLER
    1842.