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cietà, che avida di guadagno mercanteggia sopra l’ingegno dell’uomo, abusando di quella condizione in cui non rare volte il valente artista si trova. Fatto consapevole che uno speculatore avea venduto al Gabinetto di antichità di Vienna a carissimo prezzo, e come fattura greca, una gemma rappresentante una vittoria sulla quadriga da lui incisa e per poco danaro venduta, divisò quindi in poi di apporre ai lavori il proprio nome, e di prenderne direttamente le commissioni. Nè una sola volta, ma più e più fiate essendogli cotesto in avanti accaduto, ben può ognuno giudicare della eccellenza cui era salito, potendo condurre lavori con tale una perfetta imitazione degli antichi da andarne errati anche i più saggi conoscitori. E ben si vide anche in Luigi avverata quella greca sentenza, che l’uomo dotto cioè ha sempre in se la ricchezza; imperocchè avendo nell’anarchia del 1798 perduto l’intero patrimonio di sua famiglia consistente in cedole di stato dette luoghi di monte, potè egli col prodotto de’ suoi lavori onoratamente provvedere, ed a tutto suo carico non solo mantenere la famiglia composta allora della madre, della sorella e di un fratello minore, ma nel 1800 unirsi in matrimonio ad Anna Belli giovanetta romana di onesti natali, avvenente, e saggia che il fè padre di molta prole, sebbene tre soli figli ne siano oggidì superstiti1.


  1. Antonio scultore di molto ingegno.
    Francesco, Capitano nelle Truppe Imperiali Austriache.
    Teresa in convenevole matrimonio collocata.