Pagina:Intorno alla Strada Ferrata dell'Italia Centrale.djvu/23


(23)

Pistoja, non si vorrebbe certamente tornare a Firenze per andare a Livorno, ma si farebbe ogni sforzo per unire Pistoja alla Strada ferrata Leopolda a Empoli, o si vorrebbe almeno la congiunzione della ferrata Lucchese colla Leopolda a Pisa. Ma quando ciò si fosse ottenuto un altro, e non piccolo inceppamento graverebbe l’esercizio di questa gran linea, quello cioè di avere un solo binario da Pisa a Bologna ossia per la lunghezza di Kil. 164, e facile è immaginare quali i ritardi, e gli inconvenienti che accaderebbero in un tratto così lungo, e come impossibile sarebbe la frequenza delle partenze, e dei ritorni. Al contrario conducendosi a Prato può fino a Firenze raddoppiarsi la ruotaia sulla Maria Antonia la cui spianata, e le opere d’arte vennero, quasi prevedendo il suo miglior destino, predisposte a riceverla, e congiunta a Firenze colla Leopolda proseguirebbe per Livorno con strada sempre a doppio binario di guide.

E se anche un ultimo riflesso potesse avvalorare le nostre opinioni quello sarebbe di equità e giustizia nella distribuzione delle ricchezze che le vie di comunicazione apportano alle Città alle quali sono dirette. Alla città di Pistoja fanno capo due ottime strade che oltre Appennino conducono: non una per quella direzione si stacca dalla città di Prato: ma Pistoja è ricca per signorili fortune; Prato solo del commercio che in essa mantiene la vita; ond’è che una doppia ragione milita a favore di quest’ultima per essere direttamente unita all’alta Italia con la nuova strada che và ad aprirsi. È vero che fra le tante questioni che saranno poste in campo per la scelta della linea da seguirsi questa non sarà che l’ultima; pure anch’essa avrà un peso sopra giusta bilancia, che valuti quanto si debbe lo sviluppo manifatturiero, e sappia argomentare da quanto finora hanno con solerte intraprendenza operato i Pratesi, quello che favoriti da migliori comunicazioni, saranno per fare in quel giorno, non lontano forse, in che lo smercio delle manifatture nostre sarà oltre gli Appennini maggiormente favorito. Intanto la natura segna avventurosamente una via che riunisce alle pianure Lombarde, il centro delle manifatture, la Capitale, e il Porto Toscano, e voglia il cielo che niuno ardisca guastare unione sì bella!

E la stessa parte Pontificia delle valli del Bresimone, e Setta ricca di tutti i doni che natura comparte alle più favorite montagne, li vede inutili perire perchè priva di Strade che alla Capitale del suo Governo, ed alla propinqua Toscana l’uniscano. E se alla provincia Bolognese apparterrà la parte maggiore degli oneri ai quali per questa linea dovrà sobbarcarsi lo Stato, ragione, e giustizia, vogliono che sia per quella parte diretta dalla quale può sperarne un compenso maggiore. In quelle valli, e nelle nostre abbondano ottimi legnami da costruzione, pietre da taglio, marmi, e tutto il materiale che può rendere meno dispendiosa la costruzione, e il successivo mantenimento della strada. Ne manca la ricchezza di popolazione perchè in una zona di circa Kil. 3 dall’una, e l’altra parte di quei corsi d’acque vi si contano ogni Kil. quad. 131 abitanti sobrj, laboriosi, ed onesti; si gode ottima esposizione, e la generalità della linea è, quanto possa sperarsi sui monti, immune dalle nevi, e dalle bufere: si consegue mitezza di pendenze, spaziosità di terreni, cumulo tale insomma di van-