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sione, è l’allargamento e il ristringimento che la pupilla soffre secondo la quantità di luce maggiore o minore che essa riceve. Un tal fatto, di cui fu attribuita la scoperta al celebre Paolo Sarpi1, non isfuggì all’eminente sagacità di Lionardo da Vinci. Perocchè questi in uno di que’ preziosi manoscritti esistenti nella real biblioteca di Parigi pubblicato dal sig. Libri nel 18402 notò, che la pupilla dell’occhio tanto si fa più piccola quanto cresce il lume che in lei s’imprime, e tanto s’allarga quanto diminuisce la chiarezza del giorno o d’altro lume che in lei s’imprime. Avvertì inotre che in molti animali notturni la pupilla notabilmente ristringesi nel passar dalle tenebre ad un luogo illuminato. L’allargamento e il ristringimento della pupilla, secondo la diversa quantità di luce, è anche da Lionardo notato nell’eccellente trattato della pittura, ove di un tal fatto si giova per ispiegar come avvenga, che molti luoghi illuminati e chiari appariscono tenebrosi e al tutto privi di colore e di tutte le figure che vi si trovano3.

2. Un’altra osservazione di grande importanza fu descritta dal Vinci, ed è quella che serve di base all’apparecchio conosciuto sotto il nome di camera oscura; scrivendo in un frammento pubblicato in francese nel 1797 da Giambattista Venturi, e ripro-

  1. Montucla, Histoire des mathématiques, nouvelle edition t. I, pag 700.
  2. Histoire des sciences mathematiques en Italie tom III, p. 233.
  3. Vinci, Trattato della pittura, cap. CX.