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beneficio che i miopi hanno dagli occhiali concavi e i presbiti da’ convessi. Ma poichè le asserzioni degli uomini di chiara fama sono facilmente credute senza disamina, di che spesso nascono gravissimi errori, parmi utile di considerare ciò che due illustri scienziati il Montucla e Giuseppe Priestley scrissero delle dottrine del Maurolico sulle lenti e sulla visione.
Essi affermarono che l’importante operetta, in cui tali dottrine sono comprese, venne in luce nel 15751. Ciò non è vero; da che quest’operetta per la prima volta fu pubblicata in Napoli nel 1611, come chiaramente si conosce dal titolo e dalla breve prefazione del tipografo Targuinio Longo. Qui per altro è da notare che quella parte del terzo libro dei Diafani, nella quale il Maurolico tratta delle lenti e del modo onde s’adopera la visione, ha la data dell’otto di maggio 1554, cioè fu compita cinquantasette anni prima d’essere stampata2.
- ↑ Montucla, Histoire des math. T. I, pag. 626.
Priestley, The history and present state of discoveries relating to vision li ght and colours, pag. 31. - ↑ Il terzo libro de’ Diafani, oltre alle dottrine di sopra esposte, altro non contiene che un’accurata descrizione dell’occhio umano, la quale ha la data del 20 maggio 1554. Fu dunque questo libro un’addizione che il Maurolico fece all’operetta indicata sotto il titolo di Diaphana nostra nella lettera da lui diretta al card. Bembo il dì 22 gennaio 1540 e stampata in fronte alla cosmografia dello stesso Maurolico. L’originale de'Photismi e dei tre libri dei Diafani fu dall’autore consegnato al P. Clavio, acciocchè lo pubblicasse in Roma (Foresta, Vita dell’ab. del Parto Francesco Maurolico p. 17). Il Clavio ebbe in grandissimo pregio quelle operette e vi fè alcuni commenti, ma non pubblicolle. Un certo Gio. Battista Airolo, patrizio genovese, fece fare con permesso dei nipoti del Maurolico a proprie spese la prima edizione delle ottiche produzioni di quest’illustre geometra. (V. la dedica all’Airolo del Longo premessa all’edizione medesima.)