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calamita aveva facoltà d’attrarre il ferro che gli si presentava1.

23. Una calamita, scaldata fino al rosso bianco, perde le proprietà magnetiche e diviene un corpo inerte, privo di forza attrattiva e di forza direttrice. Un tal fatto notato, come avverte il sig. Pouillet2, dall’illustre fisico inglese Guglielmo Gilberto fu prima di lui osservato dal Porta. Perocchè questi scrisse di aver veduto, non senza gran meraviglia, una calamita sepolta sotto accesi carboni perdere la facoltà attrattiva3. Avvertì inoltre che anche il ferro calamitato per l’azione del fuoco perde il suo vigore4. Veramente il Porta mostrò di credere che una calamita, dopo aver perduto pel riscaldamento la virtù magnetica, più non possa riacquistarla; dicendo che il fuoco la rende un cadavere, a cui più non vien fatto di render la vita5. Questa opinione è erronea, come fu avvertito dal Colangelo6. Puossi per altro in iscusa del Porta osservare, che sebbene l’azione del fuoco non distrugga totalmente la forza magnetica, tuttavia notabilmente l’indebolisce; talchè le lame stesse d’acciaio, le quali sono molto atte a conservare il magnetismo, se dopo essere state calamitate subiscono un forte riscaldamento, più non riacquistano l’antico vigore.


  1. Lettera dell’eccellentissimo Cavallara all’eccellentissimo signor Girolamo Conforto. Mantova MDLXXVI.
  2. Elements de physique et de meteor. T. I, p. 483.
  3. Mag. nat. lib. VII, c. II.
  4. Mag. nat. lib. VII, c. LII.
  5. Mag. nat. lib. VII, c. L.
  6. Racconto istorico della vita di Giovanni Battista della Porta filosofo napolitano, parag. 25.