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po aver per qualche tempo guardato un corpo fortemente colorato, si volgon gli occhi ad un corpo bianco posto in più debole lume, questo ci apparisce tinto d’un color misto formato dall’unione del bianco col colore del primo corpo.1 S. Agostino poi avverte, che quando si guardi un luminare qualunque, e quindi si chiudano gli occhi, si veggon successivamente diversi lucidi colori, lo splendor de’ quali a poco a poco decresce, finchè al tutto essi scompaiono.2
15. Alcuni effetti del raggiamento del calorico furono conosciuti e ben descritti dal Porta. Egli seppe che se nel foco di uno specchio concavo si ponga una candela, si riflette col lume anche il calore. Insegnò inoltre, che quando ivi si ponga in vece della candela un pezzo di neve, si produce una riflessione di freddo. Si quis candelam, dic’egli, in loco ubi spectabilis res locari debet, apposuerit, accedet candela per aerem usque ad oculos, et illos calore, et lumine offendet, hoc autem mirabilius erit, ut calor, ita frigus reflectitur, si eo loco nix obiiciatur, si oculum tetigerit, quia sensibilis etiam frigus percipiet.3
Lo stesso fatto fu anche ben notato dal celebre 4 Un tal effetto egli spiega supponendo, che dalla neve e da qualunque
, scrivendo che se ad uno specchio parabolico ellittico o iperbolico si opponga una massa di ghiaccio, nel foco di questo specchio si sente un freddo molto gagliardo.