Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
10 |
versi per essa scegliere di buone lenti, e suggerì di coprire la lente per tal modo da lasciarne scoperto solo un piccolo spazio nel mezzo, dicendo che così l’effetto si vedrà più chiaro1.
8. I fisici italiani del secolo XVI indicarono vari artificii per raddrizzare le immagini che nella camera oscura si dipingono rovesciate. Il Benedetti nella citata lettera, dopo aver detto che gli oggetti si rappresentano chiarissimi e distintissimi, ma inversamente, avverte che se si vogliono veder diritti, ciò potrà ottimamente farsi colla riflessione di qualche specchio piano2. Egnazio Danti, in un’opera pubblicata nel 1572, descrive l’esperienza fondamentale della camera oscura: dimostra che le immagini vi si debbon dipingere a rovescio: ed affinchè tornino pel verso loro, suggerisce di porre sotto il buco della finestra uno specchio piano, in modo che i raggi luminosi introdotti pel foro riflettendo nello specchio riportino sul muro gli oggetti nella loro natural situazione3.
Il Porta nella ristampa della sua Magia parlò dell’artificio indicato dal Benedetti e dal Danti, dicendo che alcuni sogliono procurare il raddrizzamento delle immagini con piani specchi opposti obbliquamente al foro per modo, che i raggi riflettano sulla parete. Egli per altro disapprovò tal pratica, notando che con essa le immagini si rendono poco diritte e confuse, e suggerì in vece d’adoperare uno specchio conca-
- ↑ Pratica della prospettiva l. c.
- ↑ Specul. math. p. 270.
- ↑ La prospettiva d’Euclide tradotta dal R. P. M. Egnatio Danti con alcune sue annotazioni. In Firenze nella stamperia de’ Giunti MDLXXIII pag. 83.