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XXVIII | introduzione |
Che appartengano poi ad uno dei Giureconsulti classici, non può dubitarsi, e per lo stile, e per essere la materia tutta di diritto antico. Quanto all’epoca si scorge nei detti frammenti che le porzioni caduche lasciate nei testamenti, e nei legati andassero allora al Fisco; ciò fu ordinato da Caracalla (Ulpiano XVII), mentre anteriormente cadevano a quelli fra li chiamati nello stesso testamento che avessero figli (Gajus Com. II. §. 206 ).
Comunque le indicate tre cospicue edizioni, di Göschen colla recensione di Blume, di Lachmann sulle note postume di Göschen, e di Böcking colle emendazioni di Husckke e di altri, ci sieno state scorta perenne nella formazione di questa nostra, e soltanto ci fossimo nelle discrepanze fra quelle attenuti di preferenza alla lezione che secondava meglio le apparenze scritturali del testo Capitolare, il senso logico, e lo stile di Gajus, pure in qualche caso credemmo di accogliere alcuna variazione, o perchè suffragata da più convincenti argomenti, o perchè reclamata dal testo, come nelle Annotazioni viene giustificato.
Abbiamo seguito il metodo adottato da Göschen di segnare con asterischi, e con linee le lacune a seconda che fossero minori o maggiori, ma alcune di esse lacune non esitammo di colmare, accogliendo quelle induzioni che vedemmo fondate sulle andature, o resti di parole o di lettere che tuttavia appariscono nel Manoscritto Veronese; però furono queste inserzioni, come le parole desunte dal Digesto ai luoghi di Gajus, distinte sempre in carattere corsivo, al pari delle lettere o delle parole poste quali riempitive del testo. Ove le parti illeggibili del testo erano di maggior