Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
XVIII | introduzione |
queste curiose e poco proficue ricerche diremo ora con qualche dettaglio delle Istituzioni, indicando le varie ristampe succedutesi in Germania dalla scoperta fino ad oggi, e dell’intrinseco loro valore; ragioneremo
avventura nella concorrenza loro qualche virtù persuasiva. Gajus siccome non vorrebbe ritenersi un equivalente del nome romano Cajus, si fece da alcuni, fra i quali Cujaccio, derivare da voce Greca, ed avrebbe significato o terra, o gaudio, o mercenario. Nelle Pandette li altri Giureconsulti sono indicati sempre col nome di famiglia e gentilizio, e non soltanto con quello troppo comune della persona, e così deve ritenersi anche del Gajus nostro, che sia cioè il cognome. Neppure oggidì si potrebbe credere che colle appellazioni Gio. Domenico, Pellegrino e Nicola ognuno dovesse riconoscere li nostri celebri Giureconsulti Romagnosi, Rossi, e Nicolini.
Se Gajus fosse stato il nome della persona ed uno scambio di Cajus, non si doveva ommettere il nome di famiglia o il gentilizio, come si vede praticato in altri, C. Cassius Longinus, C. Juventus etc.
Nelle Iscriptiones del Gruterus una ne leggiamo dedicata a un M. Gavius Giureconsulto, e nelle Notti Attiche di Aulo Gellio Libro II Cap. 17 si cita un libro vii di Gavius intitolato de origine verborum.
Ora, a pochi è noto che sotto gl’Imperatori fosse in Verona una illustre famiglia dei Gavii, di cui era l’arco vicino a Castel vecchio demolito nel 1805. In Verona si è rinvenuto l’antico manoscritto delle Istituzioni, unico in tutto il mondo, benchè le Istituzioni di Gajus fossero così popolari nell’orbe romano che li Grammatici stessi non di rado le citavano. Del prenome Cajus e del cognome Gavius si compose forse per brevità Gajus invece di usare la cacofonia Cajus Gavius? Conveniamo che tuttavia la congettura è alquanto arrischiata, e che si hanno troppo deboli riscontri, ma questi potrebbero, mediante altri dati che venissero da qualche dotta persona aggiunti, conferire per avventura un’ nuovo onore a Verona, così felice nido di preclari ingegni sia dell’antica che della nuova civiltà.