al cognome, sia alla patria e al tempo in cui visse e fiorì. —
trascrivere tutto quello che non era affatto guasto dall’ingiuria del tempo. I quali sogliono spesso ripetere le cortesie, l’assiduità e la benevolenza del vostro Bibliotecario Reverend.mo ed Illustrissimo Conte Bartolammeo Guarienti che a lui così ci ha legati tutti quanti di viva riconoscenza. Finalmente dando loro onorevole, commiato avete acconsentito benignamente che recassero seco la detta scrittura preziosa non meno dell’oro e delle gemme, acciò venisse meglio rischiarata nella quiete, e potesse così, quale ora la vedete, essere fatta degna della pubblica luce.
A voi pertanto, o Uomini Sommi, è dovuto, se quest’Opera di Gajo, (con cui già tempo, quando stava l’Impero Romano, dai maestri s’insegnavano li elementi del diritto) dopo che s’era stimata perduta irreparabilmente, ora sia invece adottata a porgere li buoni principj della importantissima scienza legale nelle nostre scuole; vostro merito è del pari se questa discoperta si annoveri fra le maggiori che siensi fatte dalla restaurazione delle lettere fino ad oggi; merito vostro, se tanta luce siasi diffusa da ciò su queste discipline civili, e se quasi una novella êra sia sorta per la Romana Giurisprudenza. Tollerate adunque che li ringraziamenti a voi dovuti da tutta la repubblica letteraria vi sieno da noi primamente espressi, tanto più che li nostri socj che vi furono da noi inviati onoraste di un ufficio glorioso, e con modi di tanta benevolenza e liberalità.
Quanto grande non sarebbe stata la nostra bramosia di retribuirvi in ragione dell’alta vostra benemerenza! Questo solo fare possiamo di almeno pubblicare l’espressione dei nostri sentimenti, e di spedirvi a guisa di dono quell’oggetto che voi già ci avete donato, e che nondimeno vi supplichiamo di benignamente accettare.»
- Berlino Novembre 1820.