E tre fiate d’Acheloo gli argenti
Senza gustar bevanda o scinger vesti,
15Tre fiate varcasti altri torrenti,
E tante al Siciliano Etna corresti
Digiuna, e il fianco travagliato accanto
18Al fonte di Callicoro ponesti.
Deh! taci o Musa, e cose, che di pianto
Furon cagione a Cerere e di pena,
21Argomento non sian del nostro canto.
Più bello è dir come cittadi affrena,
O Trittolemo scorge ai campi avari,
24O per messi recise i gioghi mena,
E meglio memorare i casi amari
Della prole di Triope, laonde
27I numi a riverir ciascuno impari.
Vivean Pelasghi per le sacre sponde
Dell’ombrifero Dozio, ove fioria
30Tale una selva di conserte fronde,
Che non avrebbe a stral data la via:
Quivi poma soavi ed olmi e pini,
33E chiara come l’ambra onda natia.