370E chi di Citerea vela con lieta
Fronda l’imago, che il figliuol d’Egéo
Sacrò con quei, che s’allargar da Creta,
Che il muggito e l’error Laberintéo
Fuggendo, intorno a tua sacrata stanza
375Guidar carole, e le reggea Teséo.
Per la memoria dell’antica danza
Un naviglio e un drappel mandare ancora
I Cecropidi a Febo han per usanza. 30
Qual navigante dell’Egéo la prora,
380Isoletta gentil, da te ritorse
Per cure o per chiamar di agevol’ora.
Se prima intorno all’are tue non corse
Sott’essi i colpi del sacro flagello,
E avvinto nelle man l’ulivo morse? 31
385Trovò tai ludi a Febo tenerello
Una ninfa di Delo. O bella riva,
Che, qual nel centro di ciascuno ostello
A Vesta sacro un focolar si avviva,
Ti siedi in mezzo alle marittim’acque,
390Salve, e tu salve o Febo, e quella diva,
Che teco di Latona al mondo nacque.