Sette volte accerchiar Delo col volo,
E quantunque fiate in ciel non tacque
Il dolce metro del canoro stuolo,
310Di tante fila d’oro a Febo piacque
Armar la cetra sua; non era ancora
Messo l’ottavo suon, che il nume nacque.
Intuonar l’inno di Lucina allora
Le ninfe dell’Inopo, a cui per l’etra
315D’ogn’intorno rispose Eco sonora.
Qui per voler di Giove ira si arretra
Dal petto di Giunon: qui Delo in auro
Mutar le antiche fondamenta impetra,
Tinse la chioma sua l’olivo in auro,
320Spumò d’auro l’Inopo, e quel terreno,
Che il fanciullo toccò, rifulse in auro;
Donde il togliendo e riponendo in seno
Dicesti: o terra immensa, che di molti
Altari il grembo e di cittadi hai pieno,
325Isole circostanti e pingui colti,
Infeconda qual sono avrommi vanto,
Che Apollo nominar Delio si ascolti.