Tu, Asteria, dall’Eubea scendevi in questo
245Le Cicladi a trovare, e i lidi pieni
Mostravi ancor dell’alga di Geresto; 22
Veduta la dolente il corso affreni,
E a lei porgendo le pietose braccia,
Vieni dicesti a me, Latona, vieni.
250Adempia Giuno la crudel minaccia,
Esser non calmi a sue vendette scopo.
Qui terminò la faticosa traccia
Latona, e al margo si corcò d’Inopo 23
Più ricco allor, che più con larga vena
255Cade il Nilo dal suo capo Etiòpo,
E al pedal d’una palma inchina, e piena 24
Le membra di sudor discinse i panni,
E disperata nell’immensa pena:
Perchè, figlio, così la madre affanni?
260Noi siam venuti all’isoletta bella
Usata aprir per l’oceano i vanni.
Nasci nasci, diceva. Aspra sorella,
Di Giove, all’ira tua già non convenne
Aspettarne lung’ora in ciel novella.