E poiché l’are tue drappello eletto
35Sempre fa risuonar di canti amici, 4
Quale a scoltar più ti sarà diletto?
Canterò forse come le pendici
Col temprato tridente dai Telchini 5
Nettuno sollevò dalle radici?
40E riversando in mar giù nei marini
Fondi legò le poderose some
Tutti i terrestri ad obliar confini?
O più dolce ti fia memorar come
Correvi in libertà l’equoree strade,
45Quando il nome d’Asteria era il tuo nome?
Che fuggendo del ciel l’alte contrade,
E del Saturnío dio l’ardente zelo
In mar cadesti, come un astro cade.
E mentre che li due occhi del cielo
50Latona a partorire in te non sorse,
Asteria ti chiamarono, e nò Delo.
Spesso il nocchier, che il mar d’Efira corse 6
Dando le vele al vento di Trezene,
Nella marina di Saron ti scorse;