Di delubri e d’altar Preto fu largo
In Lusi ed in Azenia. In lor viaggio 9
Bellicose donzelle al verde margo
Mostrar d’Efeso prima il divo raggio
290Dell’imagine tua, che Ippona serra
Sacerdotessa nel troncon d’un faggio;
E l’altre armate a simulata guerra,
O in giro al suon di fistola canora
Concordemente percotean la terra.
295Mostrato non avea Minerva ancora
I zefiri a mandar pel van dell’ossa,
Perchè cerbiatto e capriol si accuora.
Di quell’armi il fragor, della percossa
Terra il rimbombo alle pendici corse
300Di Berecinto, e ne fu Sardi scossa.
Intorno al simulacro un tempio sorse,
Di più beltà di quello il Sol non mira,
Fama per Delfo men griderà forse.
Perchè Ligdami re, come delira
305Ambizione il cor vien che gl’invada,
Un nugol d’Ippimolghi al tempio tira