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55Stavano intorno alle candenti masse
     I Ciclopi, e un gran vaso era il subietto,
     Che i destrier di Nettuno abbeverasse:

Allo scoprir lo spaventoso aspetto
     Di mostri somiglianti ai gioghi d’Ossa,
     60Ad ogni ninfa il cor battea nel petto;

Nel mezzo della fronte occhio s’infossa
     Grande all’imago di rotondi scudi,
     E luce in luce orribilmente rossa;

Risuonano percosse armi ed incudi,
     65Spiran entro i carbon pelli bovine,
     E gemon per fatica i petti ignudi.

Le Sicane contrade e le vicine
     Piagge d’Ausonia e Corsica tremanti
     Erano al rimbombar delle fucine,

70Mentre fean sollevando i fier giganti
     E le mazze abbassando impeto e metro
     Su le tolte ai cammin masse fiammanti.

Perchè le figlie d’Oceano indietro
     Volgeano esterrefatte orecchi e ciglia,
     75Avvezze paventar del noto spetro;