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Agitar faci da ciascuna mano,
Movere in corte vergate gonnelle,
15E fiere vo’ non saettare invano;
Voglio dall’Ocean sessanta ancelle,
Che deggiano guidar danze con meco,
Giovani tutte e fior di verginelle,
Venti ne voglio dall’Amnisio speco,
20Che miei veltri e coturni abbiano a cura,
Se guerra a lince e a capriol non reco;
Dammi signoreggiar ciascuna altura,
D’una città mi appago esser regina,
Che rado mi vedran civili mura.
25Abitatrice di contrada alpina
M’inurberò nell’ora, che dogliose
Le genitrici grideran Lucina:
Al destin di alleggiar le gravi spose
Io nacqui, poi che senza duol la madre
30In sen portommi, e senza duol mi spose.
Così dicendo, con le man leggiadre
Di voler carezzar mostrava segni,
E alfin la barba carezzò del padre;