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PRIMO. *5 Chel magnanimo Heroe tutto ricetta L’agio, e tbonor 3 ch’al fuo lignaggio,alfenno, A i bei penfieri, al gran r valor conuienft, Egttal non bebbeil Regai no Uro albergo Hofyite mai, benché etalcunfpregi» Jl cuifaper et affai minfelafama. Tu, che sì dolce a noi, Donna yjpiegaBi Ve tETHEREO Guerrier le avarie Sorti, £ m’haipiti -volte a marauigli a indotta, Rimarrai meco. e s’ambo rinite wfìeme Sarem per lui, chi gli fia incontra? Adunque Amico, hor vanne» e lieto hoggi ripoja > Viman poi forgi, e fia con lieti aujfici. rDal del comincia, al Citi ti raccommanda. LL’opra vai, s’ella non vten dal (ielo, Alhor chinando ilCaualiergentile Lietolginocchio, in burnii atto, e grane Grafie le refe, e’ifuo /eruir le ojferfe, Vi sì facendo a lei perpetuo dono. CPre/opoi riuerente indi congedo, ColàfiVolfe 9 otte lguidat o adagio Molti corteji, e rivendenti lumi, V’ejca, e di foco no, ma di bei volti Vi vaghe 3 adorne, e[ignorili ancelle. Tra i altre degne, bonorat e figlie Accenna gli oc colti Filofofi antichi. Gran fona ha no la Naturai l’Arte congiua teinfieme. t Ogni opera_> buona deue ha uere’i fuo pria cipio da Dio.