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43 P RIMO. E tot.i to fiumi al tuo ’voler concordi, Che da ‘-vera virtù non fidifgiunge, A neffun nocque, egiom fèmore altrui Con t batter y con £ indù firia, e co’lconfigho, Soaue, accorto in fauellar i cortefe y E pallente in afoltar s benigno > E grato a pien nelerifpofle fite. foslfuo tempo in fin qui trapaffato, Hor s’e condotto al tuo Regai foggi orno Con quant i riftht (ohimè ) ma con qual core? Con tali tb*à lui nuli’altro hoggi s’agguagli a. Él tuo piacer 3 la tua licenzjt chiede Per tentar l’alta auenturofa imprefa • Tu, degna l’amor fuo, l’amffr gradi fci t La Sorte aita; e forzapretta, e lume Al per sè <-u*lorofo, e chiaro ingegno, w E come nulla Vnqua rimafe afcofo tAl tuo grand’occhio» ancor cosi ti credi, £ tienti à par del tuofaper fecuro,
- Mentre in lui(erberai ffirto di r vita i
Chel’haurai fido ubbidiente feruo Vfon men y cke caro, <& honoratofiglio. Ugèper morteyedrail’obligo fciolto: Ch’e t forse lascerà tal segno al M ondo De le tue grafie, ond’eifù sempre vago, Fa Che La Natura ve. de tutte le co* fe. S’accenna vn li bro compofto dal g omo del l’occolta Filo*