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la Inimica, e

  • au Giacomo.

38 L I B R O Tafce l’ingorda [ita fame ferina.

  • ~P erehor Galli, bor Britanni in fuga Volfe

Horagli njccife j e ie lor nani armate In più drirl’vfa con pietà conuerfe. Con effe Vide poi di parte in pane rifole fortu- Valtre Hejferidi tutte, e quante cinge natc ‘ Ghie Ho mar et Occidente Ifoie 5 e Regni j M a qui non approdo: chi 1, altro camino, filtro legno, altra [corta 3 altri compagni Chiedea l’impreja, e più matura ttate. Ben due ne foggiogò 3 che di corona Ne manne altere ì epotè a quiui e Jeggio, E fortuna fermar d’tlluBre grido s Qualpiu d’vn vi loco [colpito in marmo Di fua vittoria, e delfuo nomeincifo, Che poi d’vna di lor nome diuenne: j Ma daltro scettro, e di più cbiaragloria, (ti amico Cielo al suo malor ri serba, Forse presago, in libertà lasciolls:

  • l J tu finalhortua salatati a amando,

Chen manohauerdi tuttiCMonddlfreno Di solcar indi’ l mar non ben contento, Qua fi fìen tonde sue troppo benigne > ( edendo à lo Jpirar d’aura soaue,

  • Kpn che d sóffi maggior di Hor e a, e d.’Olirò,

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