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no amare, è anco vn termine, oue potrebbe fermarfi la ra CT i°neuole cupidità: ma chi t’affecura dalla gelofia? la qiiale fe tal fiata induce l’innamorato, o 1 marito ifteflo, con tutto’l pegno de’ cari figli, per vna falfa iofpittione, ©pervn cafuale,e leggieriìsimocenno, ad vccider la propia moglie, ouero la dilettiflìma concubina; che ha di te, fe non fol vera colpa, ma imaginato indierò ti renderà fofpetto al padrone? Allhora t’aiigurerai (ioisò certo ) tutti gli anni per l’addietro confumati nella manipulatione, circulatione, fublimatione, calcinatione, e cofe tali, d’hauerglipiù vtilmente impiegati in alcuna mediocre, & ordinaria induftria, col cui mezzo elTendotì, oltra fhoneftó vitto, e veftito cotidiano, auanza-* to in tanto di tempo ben poche centinaia di feudi, con quelle tu poteflì commodamente, fecuramente, tran-* quillamente, e ripofatamente condurti fra i tuoi più cógiunti, e cari,in grada del Signore Iddio,al fine di quella vita, che da lui ti foffe fiata naturalmente determinata - Quinci è, ch’io fogliò affermare,e di buon core fempre’l faccio, che come non pure io non direi Grammercè à chi mlnfegnaffe à fabricare in mezz’hora 1 lapis con ogni maggior certezza;-ma non 1 accettarei ancora da chi me nedonafse vn buon cartoccio, ouero vna grande, e ben piena ampolla di già fornito in tutta bontà; e vorrei tener per capitai nemico chi mi cofìringefse à pigliarlo, & ad impararlo ( fe bene la ftrettezza dello flato mio altrettanto mi renderebbe vbligato à chi miponeffe in mano vn grofso borfotto di Zecchini belli è ftampati J cosi niuna cofa maggiormente m’aggradarebbe, che! veder vna volta vno ( de i men però amati da me ) arriuato al defiato fine di quella imprefa: priD ma