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to, più poncro, e più sfortunato, che mai. Che [e vuoi diflìmulare la tua gran ventura, e tener ièraprel lapis nafccfto, tanto rho io, quanto tu, e non ci ho patito incommodo, nè prouato interefse d alcuna forte. Sete ne vuoi palefemente pt eualere, fpecchiati in mille hortibili efsempi di -trucidate perfone da i propi domeftici> exonfanguinei, non che dagli flranieri, e mal buoni amici y eiper la mifèria talhora di ben poca., e falbamente creduta moneta. Hot con quai prefidi, & in quale fortezza àfsecurerai’tu r hnomo nel rimanente di prillata, cònditione, vn così- 1 grande, e cotanto inuidiato teloro? Se t’appoggerai à Principe, ilche perauentura fara 1 men male, od almeno il più necefsario partito, afpettati pure, qual rofignuoló, che canti foauemente, di viuerin gabbia dorata à palla di marzapane, fenza poter mieder gtàmai là frafca, è taf libertà. Nè tu medefisno,fpogliàto, però di pafsionc, anzi appafsionatifsimo nella, cura,e nella fecurezzadella propia tua vita,faprefti configliare l’accorto Signore altramente.Concionacela che fe per la cuftodia, e la cotiferuatione, non pure di tutta vno flato, ma d’vna fola città, ouero d’vn femplice mezzanamente forte caftello, è lecito pofporre ogni gran rifpetto j quanto maggiormente per ladifefa d vn tanto bene, ilquale fouerehiarebbe di filma, e di prezzo ogni Regno più principale, & ogni più ampia pronuncia, e pèM’incontaminatione del perfonaggio, da cui tal monarchia fi riconò&efse, deuriafi mettereognaltro nguardo inn6 cale,& anteporre à tutte 1 altre lollecmidi. ni la fua muiolabilità? Ma’l viuer alla fine alla grande, Kefser nobilmente feruito, e’1 non mancar di quegli agi, cdiqueHftdelick 1» chepiìi nellaprefente vita fifcgto.