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2 3 chiuso echi Iaquarìtìp della farina, quella dèlj’acqua > e del leuito, il motta od<dfimpaft are,i’hwardel cuocere!» & ogni altra cv/ia richieda al loro anticoiauoro; e co 11 tutto ciò delle tré fiate 1/e due il pane riefce male fiagio" nato, e poco buono: le noftre fantefche, le quali inuit a loro non fecero ( fi può dire>ltro,che frittate; e fann° all’oua ben battute qual dóxi doglio, ouer.di biiti.ro “ conuenga.j e quanto foco fia bafteuotaji 0; tùttp’l.reftoi, delle diece nonne fann’vna,c’habbia buon, garbo: E pe r modo di fa u eli are, la mineftra ftefsa hor è troppo cotta, hor è poco, hor ha più fata, hor n’ha meno, e talhor sa di fumo, e fi manda via. E vorrà nouo artefice, il quale non ha giàmai veduto’! fine dell artificio fuo, nè cauatoneleìsempiodailfaltrui bencódotte,fatiche 3 nè hauti* tone regola]ferma, e chiara da veruna verace fcrittura, afseeurarfi di trarr’a buondegno vri’ operatone di tanto momento? IGodafi della buona fpeianzaehiciò fi crede, ch’io per me vie più m’aeheto nella mia mifcredenza, e difperatione. Ma per fodisfare à quanto pur dianzi accennai della compafsione di cojui, à cui per fua rara fuenturafofse dato di giunger realmente colà,douio non iftimo, c’huomo pofsa mai, fe non con l’imaginationearriuare, cioè al termine prefuppoftofi di quefta bramatiflìma: pratticà: Confideriamo vn poco di grana primieramente la-lunghezza del tempo, e poi la varietà,e la grauezza delle fatiche,infieme.con la moltiplicità deidifpendt,lobligodellapatienza, lafofferenza delle vigilie, e de gli altri difagi, e’1 pericolo finalmente della vanità della riufcica: le quai tutte cofe non ottanti, conduciamolo per l’amor di Dio alla fine nel porto, da lui così anfiofam,ente anhelatosO qui ti voglio à pun-;