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17 praftola fentenzaloro, che fi rendano imponìbili adefferéintefi, forfè anco da più d’vno comporti à bello ftudio per intricare! ceruello altrui, e da taluno per auentura per vendetta delle ingiurie, e de i danni riceuuti da fimiglianti letture. Ma fiemi pur anco lecito di foggiungoreper rifpofta di certa difela, ch’odo efler fatta da gl’interpreti loro, cioè, ch’eflì non fono fcritti fe non a figlinoli dell’arte, i quali, con la grafia del Signore Iddi o, gl’intenderanno; Anzi guai à coloro ( dicono) che fenzal beneplacito diuino vorranno intrometterfi in così fatto maneggio. Chi no sa,che fenza! voler del Signor de Cieli non fi può far cofa buona ì ma chi non sà ancora, che co! buon.piacere di lui, fenza le fcritture di tai dottori, fi può arriuare ad ogni perfetta notitia di qualfiuoglia più alta, e più fecura fcienza? Se tu vuoi adunque infegnare, infegna chiaramente, e come fi delie. E le! buono imparerà, ò quello, che tu chiami figliuolo dell’arte, ne haurai ottenuto l’intento tuo. Se’t reo feoe farà padrone, per conuertir la dottrina in peruerfo vfficio, non dubitare, che D i o glie ne troncherà; l’abufo, e la vita infieme. Ma fe vuoi, che l’ifteflb Dio ne fia! Maeftro, fi come à lui veramente s’appartiene, e non n’hai ad elTe.re’1 giudice tu; lafcia, ch’egli! faccia per quelle vie, che l’infallibile fua fapienza conofce migliori: ch’egli sà bene infondere in vn momento le feienze, eriuelare altrui i fegreti d’ogni mondana, e celefte difciplina, fenza che tu voglia, quali arbitro,od bidonino deTuo’decreti,arrogarti! minifterio di cotaleefpofitione. Oltra che tutte farti, e tutte le feienze, chi le conuerte in vfo cattino, poflbno riufeir peffime. E nondimeno gl’inuentori >e profeflbri loro l’hauno infognate C libera