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n ro ilauori, & i feruigi altra!. Ma altra materia in tal cafo fuccederebbe, col cui cambio s accommunarebbono tutti gli opportuni aiuti, e per Io cui acquato connerrebbe, che l’huomo s’ingegnaffe, e fuda(ìe,com egli fà il dì d’hoggi per loro, valendofi de gli artifìci (oliti, e dell’induftrie nè più, nè meno. E cotal materia per auentura fora l’argento viuo ifteflo,si come quello,che, per tramutarli tanto facilmente in oro, dtuerrebbe pretiofifììmo j e per effer da molti in così fatta tramutarlone adoprato, fi farebbe più raro, & affai manco volgare, & ordinario, ch’egli non è al prefente. Ma non e anco!vero, ch’eauegnadio, che la Icienza del lapis fofse per mezzo di buoni, e veridichi libri, e di dotti, e particolari maeftri, affeguibile diuàafcuno, tutti vi fi applicaffero, onde ne feguiffero gl incommodi fopradetti. Poi che in pari grado d’ageuolezza,per efferabbracdate, & apprefe daqualfiuoglia,fì ritrouano tant a^tre profeffioni, etant’altr’arti, le quali pur-vaghonoinfallibilmente, non fole à fomminiftrare a chiunque le poffede, & cfsercita, il foftentamento della pedona» e della famiglia, ma à porgergli ampia, e fecura occafione dauanzarfi fommamente di fortuna, edi dignità.Ut che tutto dì fi veggono chiariffimi, e notabihffimi effempi. E queffe fono la relligione, la mihtia, le leggi > la medicina, la corte, la mercantia, & altreiimili, per non dir forfè più di tutte la parfimonia, tantoanoftu giorni (e dà grandi maffimamente^affomgliata, che non lenza miftero fe neprouerbia fotto’l nome, e la compagnia della Lefina t E non per tanto non ognuno v attende, nè fe ne diletta. Ma molti per impotenza, ouero per impatienza f quello, che principalmente auaet*