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ancora >$è trouat’huomo eosìinuidiófo, e maligno,che fi fra ingegnato di nafconderle, ò d ’ offufcarle. Ond e adunque > che queft’infeiice fcienza ha hauuto così mala forte, che fra tanti, che l’hanno ( per quanto fe ne ragiona ) acquiftata, e goduta, non è fiata pei fona, che l’habbia voluta communicare altrui? anzi tutti l’hanno fiottoenimmi, figure, e parabole maifiempre occoltata ì ed ella fìefia non è fiata da tanto giàmai, ch’ella fi fia da sè, Ior mal grado, manifeftata? per quel beneficio sì grande, che fe non è congiunto à lei, viene adunque ad eflere pazza cofa, od almeno inutile, il ricercarla.Che fo mi foffe detto, che ciò non hà permeflb il Signore Iddio, perchè %ebbe fiato la ruina del Modo; io rifponderei, che n due maniere, fecondo tale opinione, potrebbe feguire tanta ruina: ouero per la grand abondanza dell oro, e’1 largo modo, che s’apri*’ beà ciafcunodi procacciarfene à fatietà, il che farebbe cagione, chcniunu piùattcndefse àmeftiero dalcuna forte, onde tutti verrebbóno à rcftar priui delle cofe bifogneuoli alla vitahumana: ouero per Tabulo dell’ord, ilquale da molti prodigamente, e vitiofamenteprofufo, haurehbe forza di fcuuertire tutto l’vniuerfo. La prima èvna ragione ridicola: perchè non è il vero, che fe à tutti folle lecito l’arricchir doro à vòglia loro,, rie rimanc/fero perciò farti difii uttej sì perché la neceflìtà, ottima niaeftra di tutte le communi attieni, c’infègnarebbe molto bene ad affaticarci per confeguire le conuenewoli commodità; stanco, pèrche l’oro, crefciuto in così immenla quantità, fcemarebbe di prezzo in guifa, ch’ei non farebbe più quella fingolar colà, in virtù della quale fi comperando, e fi venddsero le merci, e fi fòceffeWi