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Al destarsi, al fiorir delle gagliarde
Membra del nume, la percossa ed egra
267Europa a nuova sanità riarde.

Nuova lena le genti erge e rintegra:
E tu di questo, o patria mia, se saggio
270Farai pensiero, andrai più ch’altri allegra;

E le piaghe tue tante, e l’alto oltraggio
Emenderai, che fèrti anime ingorde
273Di libertà più ria che lo servaggio;

Anime stolte, svergognate e lorde
D’ogni sozzura. Or fa che tu ti forba
276Di tal peste, e il passato ti ricorde.

E voi che in questa procellosa e torba
Laguna di dolore il piè ponete,
279Onde il puzzo purgarne che n’ammorba;

Voi ch’alla mano il temo vi mettete
Di conquassata nave (e tal vi move
282Senno e valor, che in porto la trarrete)

Voi della patria le speranze nuove
Tutte adempite, e di giustizia il telo
285Animosi vibrando, udir vi giove