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Batte la Fame ad ogni porta, e dietro
Le vien la febbre, e l’agonía, e la dira
183Che locato il suo trono ha sul ferétro.

Mentre presso al suo fin l’egro sospira,
Entra la Forza, e grida: cittadino,
186Muori, ma paga: e il miser paga e spira.

Oh virtù! come crudo è il tuo destino!
Io so ben, che più bello è mantenuto
189Pur dai delitti il tuo splendor divino;

So che sono gli affanni il tuo tributo;
Ma perchè spesso al cor che ti rinserra,
192Forz’è il blasfema proferir di Bruto?

Con la sventura al fianco su la terra
Dio ti mandò, ma inerme ed impotente
195De’ tuoi nemici a sostener la guerra.

E il reo felice, e il misero innocente
Fan sull’eterno provveder pur’anco
198Del saggio vacillar dubbia la mente.

Come che intorno il guardo io mova e’l fianco
Strazio tanto vedea, tante ruine,
201Che la memoria fugge, e il dir vien manco.