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E il villan coll’aratro ancor tra l’erbe
Urta le gallic’ossa, e quell’aspetto
183Par che ’l natío rancor gli disacerbe.

Vidi ’l campo ove Scipio giovinetto
Contro i punici dardi allo spirante
186Padre fe’ scudo del roman suo petto:

Vidi l’umil Agogna intollerante
Del suo fato novel: vidi la valle
189Cui nome ed ubertà fa la sonante

Sesia. Di là varcai per arduo calle
L’Alpe che il nutritor di molte genti
192Verbano adombra colle verdi spalle.

Quindi del Lario attinsi le ridenti
Rive e la terra ove alla luce aprìrsi
195I solerti di Plinio occhi veggenti,

Ed or l’odi di Volta insuperbirsi,
Che vita infonde pe’ contatti estremi
198Di due metalli (maraviglia a dirsi!)

Nei membri già di pelle e capo scemi
Delle rauche di stagno abitatrici,
201E di Galvan ricrea gli alti sistemi.