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Finalmente, d’un dio preso il sembiante,
Apriti, o alpe, ei disse: e l’Alpe aprissi;
120E tremò dell’eroe sotto le piante.

E per le rupi stupefatte udissi
Tal d’armi, di nitriti e di timballi
123Fragor, che tutti ne muggían gli abissi.

Liete da lungi le lombarde valli
Risposero a quel mugghio, e fiumi intanto
126Scendean d’aste, di bronzi e di cavalli.

Levò la fronte Italia; e, in mezzo al pianto
Che amaro e largo le scorrea dal ciglio,
129Carca di ferri e lacerata il manto,

Pur venisti, gridava, amato figlio;
Venisti, e la pietà delle mie pene
132Del tuo duro cammin vinse il periglio.

Questi ceppi rimira e queste vene
Tutte quante solcate. — E sì parlando,
135Scosse i polsi, e suonar fe’ le catene.

Non rispose l’eroe, ma trasse il brando,
E alla vendetta del materno affanno
138In Marengo discese fulminando.